Primi anni '80... quando molte capitali parlavano in italiano
- sciabella
- 14 feb 2016
- Tempo di lettura: 17 min

Nel 1980 i servizi esteri in lingua italiana facilmente ascoltabili, fatta eccezione per la RAE dall’Argentina, erano 22: Radio Tirana, Radio Budapest, Radio Bucarest, Radio Sofia, Radio Mosca, Radio Svizzera Internazionale, BBC, Radio Pechino, Radio Praga, Radio Berlino Internazionale, Radio Varsavia, Radio Cairo, Radio Jugoslavia, Radiodiffusione Portoghese (RDP), Radio Tripoli, Trans World Radio, Radio Vaticana, RAI, Deutschlandfunk (DLF), Radio Argentina al Exterior (RAE), WYFR, Radio Giappone.
Quella che proponiamo è una fotografia, del tutto personale, delle radio che trasmettevano nella nostra lingua scattata a cavallo degli anni 1980 e 1981, con qualche episodica fuga in avanti nel tempo. Quanto descritto è frutto di ricordi ed appunti che l’autore, all’epoca sedicenne, ha conservato gelosamente. A quel tempo non conosceva quasi nulla del radioascolto, non aveva contatti con altri appassionati, e tutto ciò che, giorno dopo giorno, apprendeva era frutto esclusivo dell’ascolto delle stazioni radio di seguito passate in rassegna.
Trattandosi di ricordi esclusivamente personali la trattazione potrebbe non risultare del tutto obiettiva o scevra di errori, inesattezze o omissioni che, ad ogni buon conto, si è tentato di ridurre al minimo.
L’articolo oltre a passare in rassegna i programmi delle varie emittenti che trasmettevano in italiano riporta alla luce piccoli dettagli, aneddoti e storie poco conosciute che molti degli appassionati avranno probabilmente dimenticato. Coloro che invece negli anni 80 non si erano ancora avvicinati alla radiodiffusone internazionale sulle onde corte si troveranno di fronte ad uno scenario radiofonico ormai totalmente mutato e per certi versi inimmaginabile.
LE EMITTENTI DEL’EST EUROPA DEL SOCIALISMO REALE
Negli anni 80 era ancora forte la contrapposizione Est-Ovest, si era nel pieno della corsa agli armamenti nucleari, e in Italia risiedeva il più forte Partito Comunista dell’Europa occidentale, secondo solo, in termini di voti alla Democrazia Cristiana. Si spiega probabilmente così il fatto che tutti i Paesi del cosiddetto “Socialismo reale” avessero un programma nella nostra lingua. La nostra fotografia dei servizi internazionali in italiano non può che partire dall’Europa dell’Est.
Sebbene il denominatore comune di tutte le emittenti che trasmettevano da oltre la cortina di ferro fosse la propaganda, non sempre i contenuti erano gli stessi. La più ideologizzata ed ortodossa era senza dubbio Radio Tirana che, caso unico, si contrapponeva ferocemente non solo all’”imperialismo americano” ma anche al “socialimperialismo sovietico” (etichetta che a partire dal 1978 viene affibbiata, dopo la rottura delle relazioni diplomatiche, anche alla Cina). Le sue trasmissioni erano talmente surreali da sfociare nel comico. La regola di separare le notizie dal commento era praticamente sconosciuta. Ogni nazione o gruppo politico ostile aveva il suo epiteto che, senza alcun imbarazzo, veniva usato anche nel corso del notiziario. E così, detto di americani e sovietici, Radio Tirana si scagliava di volta in volta contro i “Sionisti israeliani”, i “Revanscisti di Bonn” ed i “Revisionisti Titini” mentre l’appellativo di “Sciovinisti” veniva spesso riferito a Cina ed altri Paesi che avevano una certa influenza sullo scacchiere internazionale. Anche per il Papa era d’obbligo l’uso di una perifrasi, motivo per cui veniva ogni volta indicato come il “Capo dell’oscurantismo religioso”.
Qualsiasi argomento fosse trattato era sempre riferito alla ferrea ideologia marxista-leninista . Persino il programma il cui intento era rendere note le bellezze geografiche del Paese aveva l’obbligo di fare riferimento alla realtà politica del Paese. Non a caso dunque il suo titolo era “Conoscere l’Albania Socialista”! Naturalmente tutto questo fervore ideologico trovava spazio anche sulle sue QSL, che riportavano in francese lo slogan “Haut Levé L’esprit Révolutionnaire!”
Radio Tirana ebbe una certa notorietà anche fuori dalla ristretta cerchia del radioascolto, grazie al fatto che si ascoltava molto bene sui 1215 kHz. Inoltre, l’Albania era divenuta il punto di riferimento di comunisti ortodossi e stalinisti. Tra questi, vi era anche il famoso vignettista Sergio Staino, che anni dopo abiurerà la visione albanese del socialismo. Non a caso gli orari delle sue trasmissioni erano pubblicati sul giornale “Nuova Unità”, organo del Partito Comunista d’Italia Marxista Leninista che Radio Tirana sosteneva apertamente in contrapposizione al Partito Comunista Italiano di Enrico Berlinguer, considerato “revisionista”.
Molto noto era anche il suo segnale di intervallo: Uno squillo di trombe riproduceva le prime nove note della canzone patriottica “Con il fucile in una mano ed il piccone nell’altra” , la quale narrava della cacciata dei russi dall’Albania dopo che Nikita Krusciov aveva avviato il processo di destalinizzazione dell’URSS. I programmi invece si chiudevano sempre con la versione strumentale de “L’Internazionale”.
Un’altro servizio estero in italiano, noto anche al di fuori del radioascolto, specialmente tra gli emigrati italiani in Germania e Belgio, era Radio Praga. L’allora Cecoslovacchia, aveva vissuto nel 1968, come era già accaduto all’Ungheria, il trauma dell’invasione sovietica. Diversamente da Radio Tirana, i suoi programmi, pur rimarcando nei commenti la fedeltà del paese alla linea dell’URSS, erano più leggeri. L’emittente trasmetteva nella nostra lingua quattro volte al giorno (un’ora più tardi quando vigeva nel nostro paese l’ora legale): alle 13.00, alle 18.30, alle 20.30 alle 23.00 nella banda dei 49 metri ed in onde medie su 1287 kHz. Il programma che si ascoltava meglio era quello delle 13.00 anche perché diffuso sulla frequenza di 9505 kHz, non soggetta alle interferenze come quella utilizzata nei 49 metri. Contrariamente alle altre trasmissioni il contenuto dell’emissione delle 13.00 era fatto da canzoni italiane, che oggi definiremmo nazional-popolari ed oldies: da Celentano a Pupo, passando per Domenico Modugno e Toto Cotugno.
La ragione sta nel fatto che quella trasmissione, orrendamente denominata “Il giornale della siesta” si rivolgeva soprattutto agli emigrati italiani che approfittavano di Radio Praga per richiedere brani musicali spesso risalenti agli anni in cui risiedevano ancora nel nostro Paese, i quali erano accompagnati da dediche per i famigliari. Da notare che la trasmissione, della durata di sessanta minuti, il sabato e la domenica si prolungava per ben tre ore.
Radio Praga, come molte emittenti dell’Est europeo, era molto generosa con gli ascoltatori. Non solo cartoline QSL ma anche tanti souvenir e gadget, come tazze, francobolli, calendari e dischi (Chi scrive fu omaggiato dell’LP “Muzy” di Helena Vondrackova, tutt’ora una delle più note cantanti della Repubblica Ceca). Per non parlare delle immancabili riviste dei sindacati cecoslovacchi, “Vita cecoslovacca” e della pubblicazione “Notizie dai Partiti Comunisti”, che raccoglieva documenti politici, risoluzioni e mozioni dei partiti comunisti da tutti gli angoli del mondo.
Per gli appassionati delle onde corte era stato creato il Monitor Club. Chiunque, dopo aver collezionato 15 QSL per altrettanti rapporti d’ascolto, poteva ottenere, previa formale richiesta, il diploma di socio che poteva essere rinnovato con un bollino annuale ripetendo la medesima procedura. Ogni lunedì e giovedì alle 19.30 e 23.00 veniva diffuso il programma “Casella postale per i radioamatori”, con lettura delle lettere degli appassionati di radioascolto che spesso lamentavano la cattiva ricezione della frequenza di 6055 kHz utilizzata nelle trasmissioni serali e soggetta alle interferenze della RAI che con un trasmettitore ubicato a Caltanissetta operava su 6060 kHz.
Di tutt’altra natura era invece il Radio Budapest famosa per il suo omonimo “Radio Budapest Short Wave Club” fondato nel 1965 e a cui aderirono migliaia di ascoltatori i quali si impegnavano a divenire monitor ufficiali. L’emittente magiara non solo realizzava un programma DX oltre che in inglese e tedesco anche in italiano, ma pubblicava anche un bollettino destinato ai soci del suo club che, per gli appassionati dell’Est Europa, era spesso l’unica fonte di notizie sulle trasmissioni internazionali da tutto il mondo. Radio Budapest trasmetteva in italiano dal lunedì al sabato alle 13.40, 17.00 e 19.00, il sabato anche alle 15.30 (con il programma musicale “Sabato pomeriggio” della durata di trenta minuti), la domenica alle 14.00 e alle 19.00 con la rubrica “Antenna 7, avvenimenti e curiosità ungheresi”.
Il Programma DX, così genericamente definito senza che avesse alcun titolo proprio, andava invece in onda il lunedì e giovedì dalle 16.15 alle 16.30 ed il venerdì nella trasmissione quotidiana delle 17.00, e consisteva, il più delle volte, di una lunga lista di “tips” inviata dai soci-ascoltatori, dei quali veniva diffuso in onda (alla faccia della privacy!) non solo ricevitore ed antenna ma anche l’indirizzo postale. La celerità non era però il loro forte. Una serie di ascolti inviati da chi scrive, il 16 giugno 1981 furono diffusi in onda il 13 agosto!
Radio Berlino Internazionale, voce della Repubblica Democratica Tedesca, riassumeva in sé le peculiarità delle già citate Radio Praga e Radio Budapest: Ascoltatori omaggiati di gadget (numerose bandierine o pennant) e pubblicazioni tra cui la famosa “Rivista della RDT”, che narrava i successi in tutti i campi del “Primo stato degli operai e dei contadini sul suolo tedesco”, programma DX, (più orientato al mondo dei radioamatori che dei DXers in onda ogni 15 giorni in tutte le trasmissioni), “RBI Journal” edito anche in italiano e Club, con tanto di diplomi che venivano conferiti rispettivamente dopo l’invio di 100 e 200 rapporti d’ascolto come pure dopo il compimento del secondo anno di appartenenza.
I toni di Radio Berlino internazionale, che trasmetteva giornalmente quattro programmi della durata di 45 minuti, alle 18.00, 19.30 (anche su 1359 kHz), 20.45 e 21.45 (anche su 1359 kHz), nonostante gli sforzi di apparire il più aperti possibile, erano decisamente pesanti. Le voci, salvo poco eccezioni. erano caratterizzate da un fortissimo accento tedesco.
Più che da altre capitali dell’Est, le sue trasmissioni ponevano l’accento sul pericolo che la corsa agli armamenti atomici potesse sfociare in una guerra aperta. Spesso tra una rubrica e l’altra venivano letti stralci di lettere degli ascoltatori che chiedevano (agli USA) di fermare quella folle corsa. RBI era molto premurosa con gli ascoltatori. Prova ne sia il fatto che chi scrive, il 9 agosto 1980, ricevette il seguente telegramma (“Preghiamo ascoltare trasmissione domenica 10/8/80 o mercoledì 13/8/80”) per essere avvisato che avrebbero letto una sua lettera durante la rubrica “Il Corriere Postale”!
Toni pacati ma anche malinconici, come le note di “Studio di Rivoluzionario” di Chopin, utilizzate quale segnale di intervallo, erano quelli che si ascoltavano su Radio Varsavia che proprio nel 1980 cambia la sua denominazione in Radio Polonia. Erano gli anni della clamorosa novità del Papa polacco, della nascita di Solidarnosc, primo sindacato indipendente nell’Est Europa, della minaccia di invasione delle truppe del Patto di Varsavia, e del colpo di stato del generale Jaruzelski. Fatti di cui parlava tutto il mondo e che i redattori della radio polacca non potevano tacere come avrebbero fatto in passato.
Radio Polonia trasmetteva in onde corte Italiano quattro volte al giorno (un’ora più tardi quando vigeva nel nostro paese l’ora legale): alle 08.00, 13.00, 18.30, 21.30 e 23.00 (quest’ultima anche in onde medie su 1503 kHz). Contrariamente alle emittenti citate in precedenza la radio polacca era decisamente più parca. Da Varsavia, in genere, arrivavano “solo” cartoline QSL, bandierine e schedule. Ai soci del cosiddetto “Club DX di Radio Polonia” veniva invece offerto il diploma in cambio di trenta rapporti d’ascolto, il distintivo con 50, ed una bandierina speciale con 100.
Particolare anzi unico, il gadget che invece Radio Sofia usava mandare ai suoi ascoltatori. In ossequio ad una tradizione bulgara, a marzo dalla capitale bulgara giungeva la cosiddetta “Marteniza”, un piccolo ornamento, fatto di fili bianchi e rossi, simbolo di buon auspicio e che saluta l’avvento della Primavera.
L’emittente trasmetteva in italiano (un’ora più tardi durante l’ora legale) alle 18.00, 20.00 e 23.00. L’ultima emissione era diffusa anche in onde medie su 1224 kHz, frequenza che, almeno a Sud, assicurava la migliore ricezione. Ogni primo e terzo lunedì del mese nella seconda e terza trasmissione mandava in onda un sedicente programma DX, dai contenuti decisamente poco interessanti.
Da Belgrado, ma il programma era prodotto da Radio Capodistria, trasmetteva quotidianamente anche Radio Jugoslavia. Si trattava di un notiziario di 15 minuti che andava in onda tardissimo, alle 23.45 (addirittura 00.45 durante ora legale) su 6100, 7240 e 9620 kHz. Improbabile che abbia mai avuto una platea significativa di ascoltatori.
L’emittente di un paese del socialismo reale, che più di ogni altra, era presente su tutte le bande, a tutte le ore del giorno (con trasmissioni in una sessantina di lingue straniere!) era, ovviamente Radio Mosca. Le trasmissioni nella nostra lingua, andavano in onda quattro volte al giorno (un’ora più tardi quando vigeva nel nostro paese l’ora legale): alle 18.30, alle 18.30, alle 20.00 (anche 1321 kHz) alle 21.30 (anche 1548 kHz) e alle 22.00 (anche su 1548, 1172 e 936 kHz).
Diversamente dalle altre emittenti dell’Est le trasmissioni di Radio Mosca non divagavano quasi mai dall’attualità, dai commenti politici e dalle analisi dello scenario internazionale. Tutte le energie dei suoi redattori era indirizzate ad offrire un’immagine rassicurante e moderna del Paese prestando attenzione anche a quello che i giornali italiani scrivevano dell’URSS e a qualsiasi tipo di iniziativa che suggellasse l’amicizia tra i popoli “fratelli” italiano e sovietico. Esisteva una rubrica di lettere degli ascoltatori che ovviamente ospitava soprattutto lettere che sostenevano le scelte in politica estera dell’URSS ma non un programma DX o comunque orientato verso i radioamatori, ai quali la sezione italiana di Radio Mosca non ha mai prestato una particolare attenzione.
Trai i pochi servizi italiani ad essere sopravvissuti al comunismo figura Radio Bucarest, rinominata in seguito Radio Romania Internazionale. All’epoca trasmetteva nella nostra lingua tre volte al giorno (un’ora più tardi quando vigeva nel nostro paese l’ora legale): alle 16.30 su 31 e 25 metri, e alle 20.00 e alle 21.00 unicamente in onde medie su 756 kHz, frequenza che offriva, almeno nel Sud Italia, una ricezione perfetta Ogni mercoledì nel corso dell’ultima emissione mandava in onda un presunto programma per appassionati del radioascolto dal titolo “Posta DX” che si alternava a “Tutto sul DX” .
La Romania era considerata in Occidente come lo stato satellite meno ligio a seguire fedelmente l’URSS (Nel 1984 fu l’unico Paese dell’Est a non boicottare le Olimpiadi Los Angeles), un’attitudine che si rifletteva, ovviamente anche nelle sue trasmissioni che, tuttavia, non brillavano per originalità ed empatia.
Poi nel 1989 ci fu la rivolta di Timisoara che diede il via alla rivoluzione, al rovesciamento e all’uccisione del dittatore Nicolae Ceausescu. Radio Bucarest scomparve dall’etere per qualche settimana per tornarvi, con uno scenario politico nuovo e fino a poco prima inimmaginabile, il giorno di Natale.
La redazione italiana, la stessa che per decenni aveva decantato l’”Epoca aurea del comunismo in Romania” sotto la guida del suo Conducator, riprese le sue trasmissioni con queste parole: “Parla Bucarest Romania. Cari ascoltatori italiani vi auguriamo un Buon Natale. Da oggi riprendiamo a trasmettere in lingua italiana”.
E poi ancora: “Buon Natale, amici ascoltatori. Buon Natale vi rivolgono nuovamente i realizzatori dell’emissione in lingua italiana di Radio Bucarest libera, della Romania libera. Oggi è Natale, che da numerosi anni abbiamo festeggiato intimoriti ma che mai abbiamo dimenticato. Buon Natale, un augurio nuovo ai microfoni di questa emissione che esprime sentimenti antichi romeni. Sotto l’odiosa dittatura siamo stati costretti ad abbandonare persino quello che abbiamo avuto di più bello e di più caro. Abbiamo dovuto uccidere persino Babbo Natale, il babbo così buono con i piccini, e sostituirlo con uno che, dal nome stesso risultava quanto era odioso e brutto, Babbo Gelo. Ora è entrato nelle nostre case per i nostri figli nuovamente Babbo Natale!”.
CINA E GIAPPONE LE DUE POTENZE ASIATICHE
C’era infine un’altra emittente che trasmetteva da un paese comunista la cui voce però proveniva dall’Asia. Si trattava, ovviamente, di Radio Pechino. I programmi nella nostra lingua erano diffusi tre volte al giorno (un’ora più tardi quando vigeva nel nostro paese l’ora legale): alle 19.30 (prima 2030) , alle 21.30 e alle 23.00. I toni erano molto diversi dall’attuale Radio Cina Internazionale e le trasmissioni iniziavano con un segnale di intervallo ripreso dalla melodia della canzone “L’Oriente è Rosso”, l’inno de facto della Repubblica Popolare Cinese durante il periodo della “Grande rivoluzione culturale” degli anni 60. L’assenza di un programma DX non era sinonimo di freddezza con gli ascoltatori, i cui rapporti di ricezione erano puntualmente verificati con QSL con testo in italiano. Tra i gadget più graditi della vecchia Radio Pechino figuravano sicuramente i bellissimi calendari e le diverse bandierine.
Dall’Asia oltre all’emittente cinese c’era anche Radio Giappone, che trasmetteva in italiano, tutte le mattine dalle 06.45 alle 07.00 GMT su 21610 e 17870 kHz. Un programma quasi misterioso quello proveniente da Tokyo, in onda in un orario assurdo per poter sperare di avere un minimo di seguito e per giunta non semplice da ascoltare, almeno fino a quando la NHK non decise di utilizzare la stazione ripetitrice di Moyabi in Gabon.
L’AFRICA
Spostandoci in Africa, si può dire che a distanza di 35 anni, nulla è cambiato per Radio Cairo. Un’ora al giorno in italiano nella banda dei 31 metri (all’epoca 9805 kHz) alle 20.00 (21.00 durante l’ora legale). Segnale forte ma modulazione assurdamente bassa. A curare i rapporti con gli ascoltatori c’era all’epoca la Signora Nadia Leoncavallo, pronipote del famoso compositore, che leggeva in onda le lettere degli ascoltatori e firmava la corrispondenza .
Non saranno in molti a ricordare invece le trasmissioni sperimentali in italiano sulla frequenza di 5960 kHz di Radio Tripoli anzi, come si identificava in onda, Radiodiffusione Estera della Jamahiriya Araba Libica Popolare Socialista, che furono diffuse nel giugno del 1980 e la cui vita sarà stata piuttosto effimera. L’emittente trasmetteva solo il sabato e la domenica, dalle ore 12.00 alle 12.45, probabilmente utilizzando un trasmettitore a Malta con cui la Libia aveva creato la joint-venture Radio Mediterranean per diffondere programmi in Arabo, Inglese e Francese.
Due gli indirizzi citati in onda per la corrispondenza:, Casella Postale 4677 Tripoli, Jamahiriya Araba Libica Popolare Socialista, e Casella postale 17, Hamrun, Malta.
IL PODIO CON LE TRE MIGLIORI: LONDRA, COLONIA E BERNA
L’espressione massima, in termini di qualità giornalistica ed obiettività dei programmi, professionalità e simpatia dei conduttori, è senza ombra di dubbio stata rappresentata dal Servizio italiano della BBC, che con il nome Radio Londra iniziò le sue trasmissioni il 27 agosto 1938 per cessarle il 31 dicembre 1982. Tra di loro c’erano giornalisti oggi piuttosto noti come Enrico Verdecchia (anche scrittore), Giancarlo Ciccone (anche doppiatore) e Augusto Zucconi. Per non parlare del simpaticissimo bergamasco, Alex Vincenti, redattore e conduttore, al sabato di “Contatto”, non un programma DX in senso stretto, ma una fonte di interessantissime notizie dal mondo della radiodiffusione internazionale che erano tratte dai bollettini redatti dal famoso e purtroppo anch’esso defunto Monitoring Service della BBC. Ma l’appuntamento più importante e divertente della settimana era “Casella Club” , il programma dedicato alla corrispondenza con gli ascoltatori curato e condotto in studio dalla simpaticissima e bravissima, Silvana Camilletti (attrice di teatro), affiancata di volta in volta, da uno dei redattori. Silvana, su richiesta inviava la tessera di socio che poteva essere sfruttata per visitare a Londra gli studi della BBC, allora ubicati a Bush House. Ogni puntata del programma prevedeva l’estrazione di un bigliettino con il nome, la città e l’eventuale premio degli autori delle lettere ricevute. Chi scrive, ancora alla prime armi con il radioascolto, la sera del 31 maggio 1981 vinceva l’estrazione e, come da sua richiesta, si vide recapitare una copia del World Radio TV Handbook del quale aveva sentito tanto parlare ma che ancora non sapeva bene che cosa fosse!
“L’Ora di Londra”, così era denominato il programma italiano della BBC, era trasmessa tutte le sere alle 22.00 (23.00 durante l’ora legale) in onde corte sui 31, 49 e, per un certo periodo pure sui 75 metri e, fino alle 22.45, anche su 1197 kHz. Tra le altre iniziative del Servizio italiano figurava una collaborazione con la RAI, con la quale condivideva due programmi: “Quadrante Internazionale”, in onda il venerdì alle 22.00 sulla BBC ed il sabato alle 18.45 sul Gr3 RAI, ed “Europa”, in onda il giovedì alle 22.00 sulla BBC e alle 19.00 su Gr3 RAI.
Unico neo della BBC era la negazione della QSL. In compenso però la buona (e bella!) Silvana Camilletti inviava foto sue e della redazione italiana, copie di giornali, opuscoli sulla storia di Radio Londra ed anche i testi della rubrica “Contatto”. Per contattare il servizio italiano della BBC oltre che a Londra si poteva scrivere anche alla Casella Postale 203 di Roma.
Da Colonia, ogni sera, alle 22.30, poi la trasmissione venne posticipata di trenta minuti, trasmetteva su 1539 kHz la Deutschlandfunk (DLF) un’altra emittente che proponeva contenuti di buona qualità. Il martedì invece dalle 18.45 alle 19.00 veniva diffuso il corso di lingua tedesca per italiani. I programmi avevano un taglio nettamente giornalistico ma la rubrica che tutti aspettavano era “Club DX” di Nazario Salvatori, in onda il lunedì, senza ombra di dubbio il miglior programma del genere nella nostra lingua anche perché si avvaleva degli interventi telefonici dei massimi esperti del radioascolto italiano. Tra i gadget, che l’emittente inviava, oltre ad originali QSL con la foto della redazione italiana, figuravano manifesti, bandierine, cinque volumi per seguire il corso di Tedesco “La famiglia Baumann”, l’opuscolo “ABC del radioascolto” e la pubblicazione “La Germania si presenta”.
La terza emittente, sinonimo di programmi di alta qualità, era Radio Svizzera Internazionale. Trasmetteva in italiano non solo per l’Europa ma anche per altri continenti, in quanto il suo intento era quello di rivolgersi anche agli emigrati (incredibile ma vero!) svizzeri che i redattori definivano “esuli”. Le numerose trasmissioni nella nostra lingua erano diffuse alle 07.30, 08.30 (notiziario), 13.30, 15.45, 18.00, 21.00, 23.15 e 04.45 per Nord e Centro America. Tra le più professionali delle emittenti straniere con servizio in lingua italiana, le sue trasmissioni avevano un’impronta nettamente giornalistica fornendo un quadro completo dell’attualità svizzera e del mondo intero. Tra i suoi corrispondenti anche noti giornalisti italiani come Giulietto Chiesa. Tutto questo nei giorni feriali. Nel week-end i toni diventavano più leggeri con diverse trasmissioni di intrattenimento tra cui la simpatica rubrica di contatto con gli ascoltatori “Amichevolmente”, che nel 1981 prevederà una volta al mese, un angolino destinato agli appassionati di radioascolto.
I PAESI LATINI
La Radiodiffusione Portoghese o RDP è stato il servizio italiano, di cui forse nessuno ha mai compreso i motivi per cui fosse stato creato. Ogni sera alle 22.30 (23.30 durante l’ora legale) si ascoltava, il più delle volte male, un programma di trenta minuti nonostante utilizzasse ben tre frequenze. Tra le sue peculiarità il fatto che la redazione fosse composta esclusivamente da tre simpatiche donne, definite le “Tre Ellle” perché i loro nomi finivano in “Ella” (Mirella, Gabriella e Mariella se chi scrive ricorda bene).
Il venerdì rispondevano alle lettere degli ascoltatori e ad un certo punto decisero di dare spazio ad un programma DX prodotto da “Italian DX News” dal titolo “Radiomagazine” e condotto da Dario Villani che, come faceva Nazario Salvatori sulla DLF, si avvaleva degli interventi telefonici di noti DXer .
La Radio Argentina Exterior (RAE) di Buenos Aires agli inizi degli anni 80 era praticamente inascoltabile per la scelta errata di frequenze ed orari. Le cose cambieranno qualche anno più tardi ma purtroppo non è mai riuscita a crearsi un vasto seguito sebbene in molti ricordano l’inconfondibile voce del conduttore toscano Sandro Cenci, scomparso nel 2015.
LE EMITTENTI RELIGIOSE
Programmi di natura cristiana in lingua italiana venivano diffusi da Trans World Radio. Le trasmissioni più note erano quelle prodotte dalla sua emanazione tedesca, la Evangeliums Rundfunk che produceva il programma in italiano irradiato attraverso i famosi 1467 kHz di Montecarlo, il sabato e la domenica alle 21.00 (un’ora più tardi durante ora legale). Per le lettere l’emittente annunciava questo indirizzo: Radio TWR, Redazione italiana, 6330 Wetzlar, Germania, PF 1444.
Meno noti, e trasmessi in orari scomodi, erano i programmi prodotti da Radio Risveglio della durata di 15 minuti e che andavano in onda il lunedì e giovedì alle 13.20. A fine emissione venivano annunciati due indirizzi: Radio Risveglio, Casella Postale 1070, 20100 Milano e Radio Risveglio, 1211 Ginevra 6, Svizzera.
Infine c’era TWR Verità Cristiana (Casella Postale 143, 36100 Vicenza), che tutti i giorni alle 19.30, su 702 kHz, cessate le trasmissioni di Radio Montecarlo, trasmetteva il suo programma religioso.
Sermoni lunghi ed inascoltabili ad opera dell’inconfondibile voce del pastore evangelico lucchese Eros (!) Bacoccina, (tutt’ora ascoltabile su varie emittenti tra cui Challenger Radio 846 e 1368 kHz) erano l’ingrediente principale della WYFR–Your Family Radio con studi in California e trasmettitori situati ad Okeechobee in Florida (attualmente di proprietà di WRMI). Si trattava di una radio fatta in casa, nel senso che Eros e sua sorella Tina, registravano i programmi nella loro abitazione. Gli stessi venivano successivamente montati da un tecnico nella sede di Oakland e spediti per posta al centro trasmittente in Florida!
LE EMITTENTI DI CASA NOSTRA: RADIO VATICANA E RAI
Chiudiamo questa rassegna di servizi internazionali in italiano citando, la Radio Vaticana, che per qualità dei programmi e potenza dei trasmettitori ha sempre surclassato la defunta RAI International. Quello di Radio Roma, La voce dell’Italia, come si identificava talvolta, è stato forse il servizio estero più bizzarro che sia mai ascoltato. Trasmissioni in 26 lingue straniere, spesso della durata di 30 minuti che, dopo un breve notiziario, consistevano esclusivamente di canzoni italiane! Quanta energia, sprecata!
PROGRAMMI IN ITALIANO PER RESIDENTI NEI PAESI IN CUI ERANO PRODOTTI
A parte i servizi italiani per l’estero c’erano altri programmi diffusi da emittenti straniere, meno noti e destinati ad utenze domestiche, che si riuscivano ad ascoltare anche nel nostro Paese. Tralasciando volutamente Radio Montecarlo e Radio Capodistria, che si faceva fatica a considerarle emittenti staniere, citiamo Radio France Internationale che la mattina su 864 kHz e altre frequenze in onde medie della rete France Culture trasmetteva, dal lunedì al venerdì, alle 05.50 GMT, un programma per gli italiani in Francia. Dalla Jugoslavia in estate si potevano invece ascoltare dei mini-notiziari per i turisti. Radio Zagabria lo faceva dal lunedì al venerdì dalle 10.20 alle 10.30 GMT in FM e su quattro frequenze in onde medie. Successivamente si aggiunsero anche Radio Sarajevo (Bosnia Erzegovina) e Radio Titograd (Montenegro). Tutt’ora in vita è invece il programma italiano di Radio Tunisi Internazionale, con un mix di attualità e musica proveniente dal nostro paese che, proprio di recente, ha spostato di un’ora in avanti l’inizio della sua emissione su 963 kHz.
LE INVASIONI DI CAMPO
Da citare poi alcune “invasioni di campo” della nostra lingua nei servizi spagnoli di emittenti che evidentemente non avevano programmi in italiano, per iniziativa di Italian DX News di Napoli. Sebbene si trattò di fatti episodici i redattori di quella pubblicazione riuscirono, nei primi anni 80, nell’intento di convincere le sezioni di lingua spagnola di Radio Nederland, Radio Austria Internacional e Belgische Radio Televisie (BRT) a trasmettere su base mensile dei brevi programmi DX in italiano prodotti a Napoli. Altra curiosità: le sezioni spagnole di Radio Corea e Radio Kol Israel come pure la sezione francese di Radio RSA di Johannesburg accettavano di buon grado rapporti di ricezione e lettere in italiano.
IBC: L’EMITTENTE LIBERA CHE SOMIGLIAVA AD UN GRANDE BROADCASTER
INTERNAZIONALE
Tra il 1979 ed il 1980 fa la sua apparizione IBC, acronimo di Italian Broadcasting Corporation, la prima emittente libera italiana a trasmettere sulle onde corte e che proprio agli inizi di gennaio 2016 e ricomparsa a sorpresa trasmettendo dei vecchi programmi. Al pari dei potenti broadcaster internazionali, riuscì con mezzi ovviamente molto più modesti, a crearsi un vasto seguito con centinaia di rapporti d’ascolto ricevuti ogni settimana, trasmissioni in diverse lingue straniere e su più frequenze, a destinazione non solo dell’Europa ma anche del Nord America e dell’Australia. Un successo senza precedenti che nessuna radio libera è probabilmente riuscita a ripetere. Motivo per cui, pur non trattandosi di una radio ufficiale, non poteva essere esclusa da questa rassegna!
Antonello Napolitano
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